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lunedì 30 marzo 2015

Le slide dell'Hangout Google Partner, Conversioni desktop con assit mobile

Con qualche giorno di colpevole ritardo (captatio benevolentiae), sono a pubblicare le slide dell'intervento nell'Hangout On Air dove ho partecipato su invito della community di Google Partner.
Qua sotto il video, al quale seguono subito sotto le slide promesse.
Buona visione e lettura dei dati!



Clicca per le slide dell'intervento.
 

martedì 24 marzo 2015

Ripassiamo le parole chiave con SEMRush

Il 16 marzo ho partecipato con piacere alla sessione Webinar di SEMRush, che mi ha ospitato per parlare di parole chiave. Nello specifico ho scelto di trattare il tema delle "semantiche" e delle "correlate".
Qua sotto il video integrale del mio intervento. O se non visibile per problemi di plug-in, potete vederlo cliccando qua a lato: "Semantiche o correlate, alla scoperta delle parole chiave".


Buona visione.

venerdì 20 marzo 2015

Errori comuni quando l'annuncio AdWords non parte

Mi trovo spesso a leggere di utenti che hanno difficoltà a far partire i propri annunci. In questi casi i problemi sono al 50% (o quasi) dovuti a distrazione, ma in altri casi e qui subentra una frustrazione probabilmente più giustificata, sono realmente dovuti a errori in qualche modo definibili come tecnici. Ho quindi preso alcuni dei casi più frequenti - ma mi piacerebbe che qualcuno di voi ne aggiungesse altri - per capire, spuntandoli uno per uno, a cosa posso essere dovute le impression a zero.

1. Gli annunci Countdown
È sempre importante ricordare, che in un un gruppo annunci non possono esistere solo annunci countdown. Quando sono presenti i countdown, dovrà comunque essere presente anche un annuncio tradizionale. Se nel gruppo ci sono solo annunci con countdown attivo, il gruppo non partirà.

2.  CPC troppo basso
In epoche abbastanza remote, l'asta si concretizzava quasi sempre con CPC anche molto bassi; intendo realmente con un CPC di 0,01. Non che oggi non sia possibile, ma è chiaramente più complicato. Senza considerare, che talvolta subentrano strane idee... per esempio che in assenza di competizione su una particolare query, un unico inserzionista AdWords, abbia possibilità di avere costi per clic bassi. Dobbiamo ricordare che nelle aste, i nostri competitor sono anche i risultati organici! Quindi sempre un occhio al CPC, evocando magari le colonne "Offerta stimata per la prima pagina / parte superiore della pagina" dal tab "Parole chiave", in "Colonne > Attributi".

3. Data di attivazione / scadenza
Meno male che non è una scatoletta di tonno... ma anche AdWords ha una data di scadenza. Così come del resto ha una data di attivazione. Può succedere che la campagna non generi impression, semplicemente perché non le si è dato l'input di partire. O perché è terminata.

4. La quota impression
Una regola che vale sempre è analizzare la nostra quota impression. Se abbiamo problemi di budget o ranking, che impediscono alla campagna di partire, possiamo attingere alle Colonne e Metriche concorrenza, che ci diranno se stiamo perdendo percentuale di impression a causa di un budget limitato, o di un ranking decisamente troppo basso rispetto a quello degli altri inserizionisti.



5. Corretta configurazione della fatturazione
Senza la corretta configurazione della scheda di fatturazione, la campagna sarà impostabile (a seconda del pannello che si dispone), ma semplicemente non partirà. Controllare quindi prima di tutto se a livello amministrativo è tutto a posto, non è mai cosa sbagliata.

6. Un occhio alla data dei report
Errore mai banale. Nessun problema se capita. Succede a tutti quando si è presi dalla fretta! In sostanza... siamo sicuri che stiamo guardando la data corretta? Basta poco per vedere i dati a zero, ma semplicemente perché la campagna in quel periodo non era attiva!

7. Target display ridotto e CPC o CPM inadeguati
Una eccessiva segmentazione del target display, associata a dei CPC o CPM inadeguati, potrebbero portare, quando va bene, a una impossibilità dell'annuncio di essere visibile. Dico "quando va bene", perché nei casi peggiori il rischio sarà quello di ottenere dei posizionamenti devastanti in termini di performance.

Sette casi quindi sui quali mettere una spunta se abbiamo poche o nessuna impression. Come detto sono un piccolo nucleo. Se avete altri suggerimenti, bene accetti nella sezione commenti.

martedì 10 marzo 2015

Le visite no, non sono un KPI

Leggi, spulcia, parla. Argomenta. Si, magari proprio argomenta, perché di solito chi afferma che le visite sono un KPI, dovrebbe almeno spiegare perché. Se non si è capito (e vuol dire che non è stato letto il titolo) non ritengo che le visite debbano mai essere considerate un KPI. Sopratutto nell'era del digital marketing, nell'era de "l'awareness si ottiene (sul web) con due spicci"... nell'era di una (e più piattaforme) che puoi pagare per ottenere accessi.
Quindi, lor signori mi dicono che posso andare da un cliente a dirgli che l'obiettivo "X" si raggiunge aumentando gli accessi? Bhé niente di più facile. Pago e ottengo, quasi più cristallino di "cogito ergo sum". Solo che Cartesio, con tale locuzione, parte dal presupposto che tutti gli uomini pensano, dunque "sono"; ma se siamo ancora oggi qui a discutere sulle visite come KPI, allora facciamo fiesta. Nel senso del merendino, ma quello tutti i frutti, con la striscia gialla, che ormai è estinto perché non se lo mangiava nessuno.

KPI è acronimo di key performance indicator, quindi indicatore di prestazione. Alias: meglio gira più facile sarà raggiungere l'obiettivo. Ora per raggiungere un obiettivo, è solitamente opportuno partire dal presupposto che l'indicatore deve essere una determinante dettata da altri fattori di analisi che lo elevino da incognita, a fattore chiave.

Poniamo un esempio. Io voglio bere una spremuta di arancia. Nella mia lista della spesa scrivo agrumi e la consegno a qualcuno che avrà l'accortezza di farmi la spesa. Gli do' 2 euro e questi tornerà da me con 1 arancia, 2 limoni, 1 lime e 1 pompelmo.
Prendo l'arancia e ci faccio 1/4 di bicchiere di spremuta di arancia. La mia (scarsa) spremuta sarà costata 2 euro. Un affare! (è ironico eh...)
La volta dopo, sempre assetato di spremuta di arancia, siccome so che le visite (e quindi la quantità) sono un KPI, do' 8 euro (2x4 per fare un bicchiere di spremuta) all'amico che mi fa la spesa.
Ah... che goduria! Una spremuta 8 euro! (sono ironico anche qui eh...)
E quindi? Andiamo avanti così? Facciamoci del male!

Bene... ipotizziamo che il mio cattivo modo di comunicare, conduca quindi visite non idonee al mio obiettivo. Di fatto, quegli agrumi in più, finiranno per fare muffa (personalmente il pompelmo non mi piace neanche... magari col lime ci facciamo un mojito e col limone ci condiamo l'insalata... va...).
Ma di fatto, questi rappresentano un rimbalzo. Sono pure tondi! Dalla busta diretti nel cestino, magari con un bel canestro da tre punti direttamente dalla porta della cucina verso il bidone dell'umido! Oh... via!

Bene. Ma se io a questo punto cambiassi la mia lista? E dicessi all'amico che mi fa la spesa che voglio 2 euro di arance? Caspita... un miracolo. Mi porta solo delle arance. E guarda te. Ho pagato la mia spremuta 2 euro, anziché 8.

Quindi. Prima di affermare che le visite sono un KPI, pensiamo a definire il bounce rate (frequenza di rimbalzo) come primo KPI. I signori (e le signore) che visitano i nostri siti web, sono oro.  Portiamoli per bene sul nostro sito. Non sono agrumi che si vendono al chilo, ma dolcissime arance da scegliere. Lo vogliamo riportare sui social? Belle quelle pagine con 100.000 fan e poi con 3 mi piace a post. Quindi (e due)... KPI per eccellenza? Riduzione del Bounce.

mercoledì 4 marzo 2015

Quota superamento Target, strategia AdWords

"Cavolo, ma io voglio stare sempre sopra a lui!"
Quante volte ce lo siamo sentiti dire? La più nuova delle strategie di offerta, "Quota Superamento Target" è probabilmente la più subdola delle modifiche AdWords recenti e strizza appunto l'occhio, a una delle più frequenti domande poste dagli inserzionisti. Vale a dire, come fare a battere un competitor particolare, cercando di individuare l'offerta ottimale.
Raggiungibile dal menù "Libreria condivisa", selezionando poi le strategie di offerta, si accede a un pannello elementare, che riassumo nell'immagine qua sotto.

La cosa interessante del pannello e sulla quale dobbiamo prestare attenzione, è che possiamo selezionare un solo dominio. Quindi per sfruttare a pieno la strategia, e quindi provare a superare più domini avversari, dobbiamo necessariamente ricorrere alla modifica a livello di parola chiave. Un sistema interessante potrebbe essere quello di scegliere le chiavi da usare con un competitor e selezionarne altre per domini diversi.
È importantissimo notare - a differenza delle altre strategie - che è obbligatorio inserire il tetto di offerta massimo. Qui la strategia prevede di essere sempre sopra al competitor (o comunque in percentuale selezionabile dalla "quota superamento target") e potrebbe essere pericoloso ritrovarsi a non impostare un tetto massimo. Se il competitor è decisamente più abile di noi (e uso abile in modo democratico), il costo per clic potrebbe davvero essere elevatissimo!
Come al solito, a modifica effettuata, potrete analizzare il rendimento della strategia direttamente dal grafico associato.

Commento dicendo che questo tipo di strategia è da tenere assolutamente sotto controllo. Due aziende potrebbero farsi la lotta a colpi di euro, più che di qualità. Fortunatamente AdWords, come dicevo, ha comunque previsto il limite di offerta. Obbligatorio.
Fatene buon uso!