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mercoledì 23 settembre 2015

Quando si pagano i clic sugli annunci GMAIL?



Uhm... non è proprio andare in buca con un colpo facile. Cosa che molti avranno pensato quando hanno visto lo straordinario CTR degli annunci GMAIL. Il conteggio dei clic infatti, non avviene come in una normale campagna Display (e non parliamo della search), ma il conto dei clic, e la conseguente spesa, sono soggetti a misure di interazione diverse.

Come si contano i Clic su GMAIL?

 

Dopo aver ricevuto alcune telefonate da parte di clienti entusiasti, ho immediatamente riportato sulla Terra. Il clic infatti, come esprime chiaramente la guida di AdWords, viene addebitato quando l'utente clicca sull'annuncio compresso, ma non quando l'utente passa dall'espansione dell'annuncio al sito web. Il clic quindi sulla "call to action" non è quello che si vede nella tabella pivot di AdWords e il CTR, si misura sulla base delle visualizzazioni che l'annuncio ha fatto.

Quali sono le metriche di GMAIL? 


A questo punto però, val la pena andare su colonne e importare i dati di analisi delle campagne GMAIL, perché restituiscono dati formidabili in fatto di engagement degli annunci stessi. Questi sono: Salvataggi / Inoltri / Clic da GMAIL su sito web.
Capiamoli rapidamente:

  • Salvataggi
    è il numero di volte che un utente converte l'annuncio in un messaggio di posta. 
  • Inoltri
    il numero di volte che il messaggio è stato inoltrato a un altro utente sotto forma di messaggio. 
  • Clic da GMAIL su sito web
    eccoli qua! Questi sono i clic effettivi verso il sito web! Attenzione poi però a dare un occhio anche ad Analytics, dove almeno vedremo le sessioni effettive.

Quindi... non sempre si va in buca con GMAIL, ma come campagne di awareness, possono davvero rappresentare una marcia in più grazie all'engagement, che le trasforma rapidamente in interesse e passa parola.
Da provare dunque!

giovedì 17 settembre 2015

Configurare le Estensioni di Località col feed

Funzione sempre utilissima, ma spesso farraginosa per i continui cambi di rotta da parte di Big G, l'estensione di località non tutti sanno che, può essere configurata anche attraverso un semplicissimo feed e senza caricare dati da file esterni.
Nonostante la piattaforma consigli di allacciare l'account MyBusiness, è infatti possibile selezionare l'opzione del feed direttamente dalle impostazioni dell'estensione.



Nascosto nella sua evidenza, è semplicemente quel link "Oppure..." sotto al titolo "Utilizza le località da Google My Business". Cliccando sul link, si apre una schermata che in due passaggi porta alla creazione manuale del feed.
"+ Elemento > Aggiungi elemento" e il gioco è fatto!


Per i codici di località, legati alla voce "LocationCountryCode", consiglio di accedere alla pagina sviluppatori Geographical Targeting.
Il codice per l'Italia è comunque: IT.


mercoledì 2 settembre 2015

5 funzioni di AdWords che vengono spesso dimenticate

Nella sua natura e per sua complessità, sappiamo bene che AdWords si presta spesso ad avere sezioni nascoste o comunque funzioni che poco usate, risolverebbero anche se minimamente implementate un sacco di grane; e per grane intendo di varia natura, non solo in termini di performance, qualunque essa sia, ma anche in termini di velocità di implementazione e/o monitoraggio delle metriche stesse.
Ne approfitto quindi in questo veloce articolo, per ripresentare questi 5 "segreti" che spesso, durante le mie consulenze e/o lezioni, lasciano chi ho davanti con l'occhio vitreo e immediatamente dopo con un sorriso che rimosso dalla bavetta, non fa altro che dire: "figo"!

1. KeyWord Insertion e il tutto maiuscolo
Sappiamo che la pratica di inserire parole tutto maiuscolo non è consentita, ma di fatto lo snippet di AdWords dell'inserimento parola chiave, ha una funzione che prevede questo codice:

{KEYWORD: ... }

Questo significa che la parola chiave evocata dalla query, verrà scritta tutta maiuscola.
Da usare con parsimonia e per brevi periodi. Vero è che semmai la colpa è dello snippet, ma di fatto, seppur leggera è una violazione. Fate attenzione e senza approfittarsene troppo.
Magari è un bug (cough cough... colpetto di tosse...) e qualcuno prima o poi se ne accorgerà.

2. Titolo più lungo negli annunci dinamici
Sappiamo che il titolo ha una lunghezza di 25 caratteri spazi inclusi, ma sappiamo anche che se si usa il sistema degli annunci dinamici, AdWords spesso ne produrrà automaticamente uno più lungo. Fantastico no?

3. Test A+B sugli annunci grazie all'esperimento
AdWords, a prescindere da come configurate la visualizzazione degli annunci, si preoccuperà alla lunga di mostrare solo quelli che performano meglio, generando maggior percentuale di visibilità su quelli che gli piacciono di più! Usando l'esperimento del 50% sul testo degli annunci, sarete sicuri che l'annuncio viene mostrato il 50% delle volte, rispetto alla creatività con la quale lo volete far competere!

4. Value Track su chiave e cambio del contenuto della landing page
Decisamente poco usato, ma così poco che spesso non si sa neanche che esiste. Il value track manda un valore alla pagina (ma non solo alla pagina) che può essere recuperato dal codice e usato per modificare il contenuto. Questo significa che se avete una landing che si adatta al contenuto richiamato, potrete mostrare contenuto diverso, a seconda del valore che il value track vi trasmette!
Vedere anche Monitoraggio dei Clic con Value Track, sulla guida ufficiale di AdWords.

5. Automazione per Bounce Rate
O comunque per performance, si intende! Questo significa che potete fare in modo di aggiustare le offerte o la messa in pausa delle chiavi, non solo con gli aggiustamenti delle potenziate per località device, o pianificazione oraria, ma anche monitorando con costanza i dati che arrivano in AdWords tramite Analytics!

E poi non mi dite che non vi scrivo segreti! Bhé... per qualcuno lo sono! No?